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Mercato unico digitale a misura di Pmi
Intervento pubblicato sul Sole24Ore di domenica 25 ottobre 2015
 

Il Mercato Unico è il più grande successo dell’Unione Europea in campo economico, ma per continuare ad esserlo, deve innovarsi e fare propri i progressi dell’economia digitale. E’ per questo che Italia e Regno Unito, insieme ad altri quindici Stati membri, hanno chiesto alla Commissione di avanzare la prossima settimana proposte ambiziose per rafforzare il Mercato Unico e renderlo all’altezza delle sfide dell’era digitale. I benefici che le potenziali trasformazioni tecnologiche e digitali possono apportare a imprese (piccole e grandi), industrie e consumatori sono enormi. Per dare un’idea, il 47% dei consumatori europei compra online da siti del proprio paese, ma solo il 15% da siti di altri paesi europei. Non solo: la spesa dei consumatori europei per l’acquisto di video online è passata da 120 milioni di euro a 1.2 miliardi dal 2009 a oggi. Se saremo capaci di sfruttare al meglio questo tipo di opportunità, riusciremo a rendere le nostre economie più produttive e competitive.
Siamo convinti dell’importanza strategica del Mercato Unico Digitale, e stiamo lavorando affinché su questo tema si possa procedere nel più breve tempo possibile. Per noi, la sfida digitale rappresenta un pilastro fondamentale della nostra azione volta a completare il Mercato Unico europeo e a offrire nuove opportunità di crescita, innovazione e conoscenza. Ma l’UE deve superare il business as usual: dopo anni di difficoltà economiche su tutto il continente, una trasformazione digitale è quello che serve per rimettere benzina nel motore europeo.

Lo sviluppo di nuovi servizi e tecnologie digitali n potenzialmente dirompente per rafforzare la crescita: nuovi modelli di business, di cui la sharing economy è solo l’ultimo esempio, stanno rivoluzionando l’accesso dei consumatori a beni e servizi, mentre le nuove tecnologie portano alla digitalizzazione dell’industria, sempre più smart, pulita ed efficiente. Dobbiamo guardare a questi sviluppi come a un’opportunità, piuttosto che a una minaccia: l’innovazione che ne deriva permette di rivitalizzare settori dell’economia che credevamo in disuso, inventare nuovi prodotti che ci semplificano e migliorano la vita e soprattutto creare nuovi posti di lavoro in ambiti che solo qualche anno fa non potevamo neppure immaginare.

Ecco perché dobbiamo spingere sull’acceleratore della digitalizzazione europea: per dare nuove opportunità al mondo delle imprese e per migliorare i servizi ai cittadini.

Il nostro obiettivo è quello di costruire un quadro europeo che sia di sostegno alle imprese, e alle PMI in particolare, che si avvalgono delle nuove tecnologie per dare vita a prodotti e servizi digitali. Dobbiamo inoltre aprire i mercati per offrire ai consumatori più scelta e prezzi più bassi, permettendo un risparmio fino a 11,7 miliardi di euro. È per questo che vogliamo porre fine alle discriminazioni ingiustificate in materia di prezzi, eliminare le limitazioni imposte dai singoli paesi sulle vendite e sui domini internet e fare in modo che le imprese digitali, una volta stabilitesi in uno Stato membro, possano operare nell’intera UE. Oggi chi decide di investire in start-up e imprese dal forte contenuto innovativo in Europa si trova di fronte a un dedalo di limitazioni, ostacoli e restrizioni che semplicemente non ha senso in un’era digitale, ma che contribuisce ad ampliare il gap di produttività rispetto agli altri attori globali, Stati Uniti su tutti. Le proposte che chiediamo all’UE di portare avanti mirano a trovare soluzioni che vadano in questa direzione, e che diano alle imprese l’opportunità di innovare e competere e ai cittadini di godere delle innovazioni portate dall’economia digitale. Se l’Europa interviene ora e lo fa rapidamente potrà tornare ad avere la laedership nel digitale. Noi continueremo a lavorare insieme per raggiungere questo obiettivo.

Sandro Gozi*
Lucy Jeanne Neville-Rolfe**

*Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei
**Ministro per la Proprietà Intellettuale del Regno Unito


 
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